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Interviste ai migliori fotografi italiani di action sport: Luca Orlandini

Come vi abbiamo anticipato qualche giorno fa, vi proponiamo la prima delle interviste fatte ad alcuni dei fotografi italiani di action sport, in particolare mountain bike, il primo con cui abbiamo parlato è stato Luca Orlandini, sicuramente molti di voi lo conoscono per gli interessanti foto articoli che pubblica sulla rivista TuttoMTB, i più recenti sono l’intervista a Karim Amour, il reportage dell’Enduro nell’AE Forest senza dimenticare ovviamente tutte le spettacolari fotografie del circuito Superenduro della passata stagione, a voi l’intervista…

D: Come ti sei avvicinato alla
fotografia e da quanto tempo fotografi? 

R: Sono da sempre appassionato di sport
d’azione e la mia camera è sempre stata colma di riviste di auto,
moto, bici, windsurf ecc..
Ho iniziato a far foto seriamente
grazie alla mtb. Facevo gare DH e nonostante la passione ed un
discreto livello tecnico impiegai poco a capire che ero sempre
l’ultimo della ciurma. Così iniziai a portare con me la famigerata
fotocamerapuntibenza importunando tra una discesa e l’altra,
i compagni di scorribanda, in particolare Christian Guglielmi, Simone
Conradi e la dolcissima Nadia Pesce. L’amore per la fotografia
esplose definitivamente quando mi trovai ad assistere Cristiano
Guarco della rivista TuttoMTB per la realizzazione di un servizio
fotografico sull’appennino Tosco-Emiliano. Nevicava fortissimo,
Cristiano utilizzava un flash remoto e delle tecniche
all’avanguardia. Dal giorno seguente, dopo aver alleggerito
pesantemente il portafogli, iniziai a sperimentare anch’io.

D: Qual’è stata la prima foto o servizio che hai venduto e cosa ci vuoi
raccontare a riguardo?

R: Su carta stampata? Un articolo
riguardante l’apertura del bike park di Prato Nevoso per TuttoMTB.
Un pezzo su ben due pagine! Fu un emozione incredibile, mi
aspettavo di vedere una o due foto ed un trafiletto che riassumeva il
mio racconto e invece stupore! Aprii in fretta il cellophane e cercai
sfogliando velocemente le pagine senza nemmeno accorgermi di aver già
passato il mio articolo. Le foto erano molte, posizionate sulla
pagina sinistra in una composizione inventata dal grafico. Al primo
sguardo non le avevo nemmeno riconosciute. Sulla destra invece il
pezzo che avevo scritto, senza nemmeno un taglio. Fantastico.

D: Quando hai capito che con la tua
passione ci potevi guadagnare lo stipendio?

R: Credo di non averlo ancora capito!!
I costi per attrezzatura, viaggi, pc etc. sono veramente elevati.
Durante la settimana vesto camicia, pantaloni con la piega, mi reco
in ufficio dove uso computer e calcolatrice per guadagnarmi da
vivere. Al venerdì mi spoglio dagli abiti civili ed indosso
velocemente jeans, maglietta, bandana e zaino da 15 kg full
optionals con triplo cavalletto integrato e son pronto per far
foto!

D: Quali sono i servizi per clienti italiani e stranieri
che ti hanno maggiormente soddisfatto?

R: I più divertenti sono stati
sicuramente le interviste doppie intitolate Fratelli d’Italia.
La giornata passata in compagnia degli scalmanati fratelli Zampieri è
per me un gran bel ricordo. Sono due atleti con la A maiuscola, ci fu
subito una buona intesa e vennero fuori foto discrete. Durante
l’intervista, messa da parte la loro indole agonistica, venne fuori
il loro lato umano e furono talmente divertenti che mi sentii male
dal ridere. I vari aneddoti sulla loro infanzia vennero tagliati per
questioni di spazio ma sulla loro vita e sulle loro avventure si
potrebbe scrivere un libro. Sull’estero non ho grandi esperienze da
raccontare. L’anno scorso dopo l’Enduro Mtb Trophy of Nations a
Les 2 Alpes alcuni miei scatti finirono negli Stati Uniti. Il capo
redattore di Decline Magazine (rivista formato xxl sogno di ogni
fotografo di mtb) vide alcune mie foto e mi contattò facendomi una
proposta commerciale. Sul numero di marzo pubblicarono il mio
materiale su sei pagine ed in seguito mi hanno ingaggiato per seguire
i due Team Usa durante l’Enduro MTB Trophy of Nations 2009 che si
terrà prossimamente a Vars in Francia (si è già tenuto un paio di settimane fa nel momento in cui pubblichiamo, ndr). Una grande occasione per
farmi conoscere anche all’estero.

D: Quanto spazio viene dedicato in
Italia alla fotografia sportiva? e quali sono le differenze con
l’estero?

R: Siamo una della nazioni con più
testate mtb per biker praticante, purtroppo è la qualità che a
volte viene a mancare. Le differenze con l’estero credo siano
principalmente due: il tempo a disposizione e il livello dei rider.
All’estero rider e fotografi sono professionisti ben pagati.
Arrivano a livelli mostruosi proprio perché hanno tempo e risorse da
dedicare a sport e/o fotografia senza dover correre in
negozio/fabbrica/ufficio come spesso accade a noi italiani.

D: Ci sono molte differenze tra mercato editoriale italiano ed estero?

R: Si, come ti dicevo prima,
principalmente tempo denaro e voglia di sperimentare. Alcuni di noi
si trovano ad armi pari con un fotografo americano o inglese solo
durante una competizione. In gara abbiamo tutti lo stesso tempo a
disposizione, gli stessi corridori, uguali condizioni meteo e lo
stesso percorso. A quel punto, a parità di attrezzatura, emerge chi
ha colpo d’occhio, voglia di spostarsi e cambiare obiettivo e
tecnica velocemente.

D: Il digitale ti ha aiutato o
penalizzato nel tuo lavoro?

R: Aiutato! Io sono emerso proprio grazie
all’avvento del digitale. Senza digitale probabilmente non avrei
potuto sperimentare tanto.

D: personalmente credo che
l’esplosione della fotografia digitale abbia aiutato i fotografi
professionisti fornendo loro attrezzature sempre migliori a prezzi
più accessibili e inoltre, molto più importante, abbia rimarcato la
differenza tra un amatore e un professionista a parità di
attrezzatura a disposizione, qual’è il tuo pensiero a riguardo?

R: Si hai ragione, come ti dicevo prima il
digitale è stato di grande aiuto. Bisogna però tener conto che il
fotografo, d’ultima generazione, deve avere tempo e capacità da
dedicare alla post produzione e un buon pc. Sui costi non sono
pienamente d’accordo: le reflex pro/semi-pro sparano sulle schede
file enormi ed i soldi risparmiati in rullini e sviluppo li spendo in
hard disk e upgrade al pc!

D: Che vi dedicate alla foto degli
action sport in Italia non siete molti e più o meno vi conosciamo
tutti, a chi ti ispiri per i tuoi scatti e chi sono i fotografi
stranieri a cui vorresti rubare qualche scatto?

R: I primi rapidi ed incoraggianti
consigli arrivarono da Marco Toniolo (il boss). Preziose in seguito
furono le dritte su come realizzare un servizio di Matteo Cappè,
istruzioni su camera e programmi di Matteo Ganora (secondo me lo
hanno assemblato direttamente in Nikon)
e la tuttologia di Cristiano Guarco. Gli stranieri forti son troppi e
il più forte l’ho già menzionato, il boss!

D: Qual’è
l’ottica che preferisci per i tuoi scatti?

R: Emh… il tele, anzi no…il
grandangolo! No dai, il tele! Anzi, no,no,no il fish eye
dai, come avrai capito mi piace cambiare, ormai esco sempre con
diverse ottiche, per questo il mio zainone mimetico una volta cadendo
per terra a creato una voragine, scambiata in seguito da alcuni
allucinati per uno spot d’atterraggio ufo!

D: se potessi
avere a tua disposizione un campione di mountain bike del presente o
del passato per una photo session chi vorresti? e se parlassimo di un
altro sport chi vorresti fotografare?

R: Vorei passare una giornata con il Re
Alpe, Renè Wildhaber! L’ho incontrato di recente, in lui c’è
qualcosa che mi attrae come un magnete. Altri sport e magari del
passato recente… Miki Biasion su Lancia Delta Integrale,
possibilmente a sul Col de Turinì e con un pochino di neve. E poi
the King: Carl Fogarty su Ducati 916 durante una gara Superbike. Non
mi dispiacerebbe fare qualche scatto al Giro d’Italia o al Tour de
France …. Chissà…

D: qual’è lo spot italiano in cui hai
trovato gli scatti migliori?

R: Finale Ligure (Sv) è il posto migliore
che io conosca per varietà di sentieri, bellezza del paesaggio,
possibilità di scatto in ogni stagione. C’è un sentiero adatto ad
ogni tipo di bici e livello di biker. Però ho nel cuore luce e
colori di un tardo pomeriggio passato a Pila (Ao) con gli amici di
www.orme.tv

D: Oltre alla mountain bike e agli action sport
cos’altro ti piace fotografare?

R: Le ragazze! avete visto gli scatti del catalogo www.biciclista.it
è stato d-i-v-e-r-t-e-n-t-i-s-s-i-m-o! realizzare quelle foto. Da
grande (oggi ho solo 37 anni) voglio fare il fotografo di moda!

D: Non voglio sindacare se
sia meglio Nikon e Canon perchè non arriviamo più alla fine, ma tu
che marca di attrezzatura usi e perchè?

R: Uso Nikon ma ritengo che Canon non sia
da meno.

D: Grazie per la disponibilità, a te la
conclusione.

R: Grazie a te e ai lettori e lettrici.
Avrai capito che questo che molti chiamano lavoro per me è passione,
quindi divertimento accompagnato da una gran voglia di sperimentare
per riuscire a trovare lo scatto perfetto, sempre alla ricerca
dell’immagine che trasmetta emozione. Ciao a tutti.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.